Show Info

Studio di Architettura ad Aosta Architetto Luciano Bonetti

Studio di Architettura
Luciano Bonetti
Via Hotel des Monnaies 7
11100 AOSTA
Tel. e fax 0165/230817
C.F. BNTLCN62L25A326M
P.I. 01184600078
Mail: info@lbarchitetto.it
Privacy Policy


Creazione sito web
MultiMediaVda.com
Web agency ad Aosta

Sacrestia monumentale Sant'Orso

STORIA, AMBIENTE, ARCHITETTURA Il complesso della Collegiata di S. Orso e la chiesa di S. Lorenzo, antica chiesa parrocchiale del borgo, erano ubicate nella zona tra l’Arco d’Augusto e la Porta Praetoria, fuori dall’antico sedime delle mura romane.

Details

Culto e restauro

Sacrestia monumentale Sant'Orso

Client: Priorato della Collegiata di Sant'Orso Aosta

2007

Sacrestia monumentale Sant'Orso

STORIA, AMBIENTE, ARCHITETTURA Il complesso della Collegiata di S. Orso e la chiesa di S. Lorenzo, antica chiesa parrocchiale del borgo, erano ubicate nella zona tra l’Arco d’Augusto e la Porta Praetoria, fuori dall’antico sedime delle mura romane.

Il primo impianto, la chiesa paleocristiana, si trova al di sotto della chiesa di S. Lorenzo e possiamo datarlo intorno al V secolo d. C. Quest’edificio presentava una pianta cruciforme con le absidi voltate e il resto della copertura era sormontato da capriate; questa antica basilica si ergeva sopra un cimitero romano. Oggi sia i resti romani che la basilica sono visibili grazie alla creazione del sito archeologico. La chiesa di S. Lorenzo che vediamo oggi è stata sconsacrata, probabilmente perché ad un certo punto non era più sufficientemente grande e rappresentativa per la comunità dei fedeli, e a oggi viene usata a sede espositiva. Le trasformazioni più significative della collegiata di S. Orso, stalli facciata, copertura interna, vetrate, decorazioni e priorato, le ritroviamo a partire dall’inizio XI secolo, fino alla fine del XV ad opera del priore Giorgio di Challant. Addossato al lato meridionale della chiesa di S.Orso, la costruzione del famoso chiostro, che avvenne all’inizio del XII secolo; quest’ultimo circoscrive uno spazio rettangolare delimitato da arcate, che poggiano su capitelli scolpiti i quali raffigurano ognuno un passo della bibbia, le vicende di S. Orso, e la stessa figura di Giorgio di Challant, infatti anche il chiostro fu oggetto di rifacimenti da parte di quest’ultimo. Giorgio di Challant (1435 - 1509), terzogenito di Amedeo di Challant-Valley, già dalla nascita fu destinato a vita ecclesiastica, uomo di grande cultura, fu priore commendatario presso la collegiata e cominciò l’opera di trasformazione di S. Orso ricostruendo il priorato che oggi si può ammirare. Il complesso del priorato è un edificio con facciata in mattoni, con pianterreno aperto e porticato, al di sopra vi sono disposti due piani abitativi con la distribuzione delle stanze e la cappella privata del priore; la disposizione dei corpi di fabbrica fa sì che si venga a formare un piccolo cortile disposto a nord. Ulteriori lavori che furono compiuti per commissione di Giorgio di Challant riguardano le cinque vetrate che illuminano l’abside della chiesa collegiale si S.Orso, intervento che possiamo datare intorno al 1495, importante ricordare il rifacimento intorno al 1480 del soffitto della navata centrale, sostituito da una volta su cinque campate che presenta sugli archi e sui costoloni delle crociere decorazioni pittoriche; la sistemazione del coro, con gli stalli in legno ognuno caratterizzato da una diversa rappresentazione. Tutti questi lavori caratterizzarono i cambiamenti della collegiata fino alla fine del ‘Quattrocento. Alla fine del XVI secolo a S.Orso la vita comunitaria non esiste più e sono gli stessi canonici a chiedere la loro secolarizzazione, che viene ottenuta con la bolla papale del 15 settembre 1644 di Papa Innocenzo X. Il ‘600 e ‘700 fu caratterizzato da vari rimaneggiamenti che coinvolsero i diversi altari presenti nelle cappelle, come la decisione nel 1709 di demolire l’antico altare maggiore di Giorgio di Challant; verso la fine del XVII secolo, inoltre, molti intagliatori, anche piemontesi, arricchirono la chiesa di arredi e rifecero molti degli uscii lignei che ancora oggi sono in opera. Il periodo napoleonico non creò, per fortuna, grossi problemi alla collegiale, mentre in valle sparivano interi complessi religiosi, come quello francescano dell’attuale Piazza Chanoux; S.Orso riuscì a sopravvivere. Con la Restaurazione la vita canonica riprese a pieno ritmo; l’Ottocento fu caratterizzato da interventi di rifacimento e di spostamento di altari all’interno della chiesa, l’episodio più significativo avviene nel 1838 con la demolizione del jubé (acroterio ligneo, divisione in legno tra la sala e il presbiterio), che comportò lo smontaggio di alcuni altari e il rimaneggiamento degli stalli. Il complesso degli edifici religiosi che circondano la chiesa dedicata ai Santi Pietro e Orso è stato da sempre curato dai canonici di S. Orso. Ad oggi vari restauri conservativi sono stati compiuti al campanile, alla pavimentazione della chiesa, ad alcune porzioni del priorato; anche il nostro intervento viene a collocarsi con la medesima connotazione. La porzione dell’edificio in esame riguarda la Sacrestia Monumentale, che fa parte del complesso della Canonica di S. Orso. La presenza di più d’una Sacrestia è giustificato dal fatto che l’intero complesso architettonico si divideva nella parrocchia di S. Lorenzo e nel canonicato di S. Orso, ovviamente essendo due apparati ben distinti, ognuna doveva avere un posto per i rispettivi paramenti. Le prime notizie storiche di questa porzione d’edificio sono documentate intorno al XI – XII secolo, ma la sua funzione era ben altra rispetto a quella odierna; questa affermazione può essere fatta in base ad alcune indagini e considerazioni eseguite in situ, si suppone che nel tempo la Sacrestia abbia subito diversi rimaneggiamenti fino ad arrivare allo stato in cui la vediamo oggi; inoltre grazie ad una consulenza del paleografo Omar Borettaz, si suppone che in questa zona, probabilmente dove oggi c’è il locale della caldaia, potesse esserci la tomba funeraria della famiglia Sarriod, da verificare se i Sarriod De la Tour o d’Introd, probabilmente sarebbe da intraprendere una campagna di ricerca sia archivistica che di scavi per poter confermare questa ipotesi. L’accesso odierno alla Sacrestia Monumentale avviene dall’interno della chiesa dalla navata laterale meridionale attraverso una porta di pregevole fattura sormontata da un portale in marmo con effige dedicata al Priore Gal. Da una lettura visiva, della tessitura muraria nella facciata principale esterna, si può notare un’apertura con arco a tutto sesto, poi successivamente murata probabilmente per non avere più un accesso diretto dall’esterno: questa antica apertura poteva essere l’accesso al monastero.

.
.

Come detto in precedenza, l’ingresso odierno avviene dall’interno del tempio cattolico, e quando ci si trova di fronte alla porta si può notare, al di sopra di essa, il busto del priore Jean-Antoine Gal, diventato canonico nel 1823 e priore dal 1854 – 1867. Il priore Gal fu uno storico di rilevante importanza, profondo conoscitore dell’archeologia valdostana, fu uno dei padri fondatori dell’Accademia S. Anselmo nel 1855 e presidente del Comitato per la conservazione delle antichità del Ducato.Una volta entrati nella stanza si può subito notare nella parte a sud, il grande mobile in noce con colonne tortili e pannelli intagliati del XVIII secolo; si presume che questo mobile sia stato fatto appositamente per la Sacrestia, vista la sua imponenza e la precisione delle sue dimensioni totali rispetto alla parete che lo ospita.Nella parete a est si può notare un altro mobile in noce con pannelli intagliati del XVIII secolo e nella parete a ovest, invece, due mobili uguali in noce con pannelli intagliati, sempre del XVIII secolo, in questa parete troviamo incassata a muro una fontana con lavandino in marmo e decorazioni in stucco. Un ulteriore armadio in noce a due ante è posto sulla parete a nord. Le tele presenti nella stanza sono sette e sono databili anch’essi intorno al XVIII secolo, periodo di forte centralismo della chiesa che ha visto una fiorente produzione di tele religiose (vedi schede inerenti al loro stato di degrado e relativo intervento). Questi mobili probabilmente in precedenza si trovavano in altre parti della chiesa, probabilmente per esigenze diverse sono stati poi trasferiti nella Sagrestia.Si ipotizza che ulteriori rimaneggiamenti abbiano coinvolto il soffitto che, probabilmente era piano e non voltato come lo vediamo oggi, si può ipotizzare che quando questa stanza fu adibita a Sacrestia, l’esigenza di renderla più aulica e rappresentativa ha fatto sì che il soffitto piano fosse sostituito con una volta.La volta è del tipo a botte con teste di padiglione e si può con ragionevole certezza affermare che sia un intervento ottocentesco; questa ipotesi può essere fatta poiché, dopo aver eseguito un sopralluogo sull’estradosso della volta, si è potuto appurare che la tecnica costruttiva utilizzata è tipicamente di quel periodo e si caratterizza dall’aggancio di una orditura secondaria in legno, che ne caratterizza la forma a padiglione, ad una orditura in legno principale composta tra travi appoggiate al muro perimetrale; per alleggerirne il peso, la volta ha struttura in listelli di legno di abete, essa è stata successivamente intonacata e decorata sull’intradosso.         ANALISI DELLO STATO DI DEGRADOIl degrado presente all’interno della Sacrestia nasce da una mancata manutenzione nel tempo, che ha provocato i problemi che oggi in evidenza: la pavimentazione lignea da riqualificare in molti punti a causa di alcuni dissesti delle assi che compongono le losanghe; interventi puntuali sull’intonaco che hanno portato a delle semplici chiusure in malta di cemento che snaturano così l’uniformità dell’intonaco (questi interventi sono meglio specificati nell’allegata perizia stratigrafica); il fenomeno dell’esfoliazione in alcuni punti; la presenza sulla parete est di una macchia d’umidità; quadro fessurativo sulla volta, soprattutto nelle zone dove si impostano i padiglioni; deposito di polveri su tutte le pareti della Sacrestia, soprattutto nella zona dov’è collocato il sistema di riscaldamento ad aria; presenza sull’intonaco di parecchie mancanze dovute sicuramente ai vari lavori che sono stati realizzati per il posizionamento di punti luci nella stanza; fenomeno del dilavamento su alcuni sguinci delle finestre; gravi problemi di tenuta all’acqua e all’aria dei serramenti lignei della parete orientale e in metallo della parete occidentale: il degrado dei serramenti comporta inevitabili conseguenze di deterioramento interno; intervento di restauro anche su tutti gli arredi e sulle tele pittoriche presenti all’interno della stanza. Illustreremo prima le forme di degrado presenti e successivamente le tipologie d’intervento della Sacrestia dividendola in cinque sottoinsiemi: Intonaco Volta Pavimentazione Serramenti Mobilio Tele pittoriche Intonaco: La presenza di parecchi interventi di sigillatura di degradi precedenti, soprattutto negli sguinci delle finestre presenti sulla parete ovest, probabilmente dovute alla sostituzione dei serramenti. In base alla loro colorazione grigia si può dire che sia pasta di cemento, e che terminato il lavoro non si sia provveduto ad uniformare queste sigillature con l’intonaco preesistente. Sulla parete a sud vicino al dipintori S. Orso si può notare il fenomeno dell’esfoliazione, che consiste nello sgretolamento di uno strato sottile del materiale superficiale; questa forma di degrado viene provocata dalla presenza di acqua nella muratura, magari dovuta anche ad una piccola infiltrazione, l’acqua scioglie i sali presenti, che man mano si depositano aumentando il loro volume e sgretolando alla fine lo stato più sottile di materiale.In tutte le pareti si può notare un forte deposito di polveri che ha annerito la superficie, e come accennato prima, soprattutto vicino al sistema di riscaldamento ad aria; inoltre ci sono segni di dilavamento sugli sguinci delle finestre, forse dovuto dall’entrata di acqua durante i temporali, probabilmente le finestre non chiudono in maniera ermetica.In quasi tutta la stanza possiamo notare parecchie mancanze sull’intonaco, dovute ai vari lavori fatti per la sistemazione di punti luci o canaline varie, che invece d’essere richiuse sono state lasciate con non curanza.Nella parete est, tra le due finestre, notiamo la presenza di una macchia d’umidità, che potrebbe essere stata provocata sempre da qualche infiltrazione d’acqua.Volta:il fenomeno fessurativo che vediamo non è dovuto a dissesti statici, sono fessure non passanti, la volta è intonacata e probabilmente il legante utilizzato è gesso, ma quando la quantità di legante è eccessiva avviene un maggior ritiro del materiale e la capacità di dilatazione naturale di un materiale è vanificata. Anche sulla volta vi è deposito di polveri, che la anneriscono parecchio, facendole perdere la brillantezza dei colori. Pavimentazione:in molti punti il sottofondo si è abbassato, provocando così anche il dissesto della pavimentazione lignea in molti punti della Sacrestia. Lo stesso fenomeno lo troviamo anche nella porzione di pavimentazione in ceramica al di sotto del lavandino in marmo. Il legno della pavimentazione ha anche perso la lucentezza e il colore caldo tipico di questo materiale, tutto questo dovuto semplicemente all’usura del tempo.Mobilio:alcuni mobili risultano imbarcati in alcune loro porzioni, è da appurare se alcuni dissesti che notiamo ai cassetti e alle ante non siano provocati da eventuali insetti silofagi. La consulenza e l’opera di restauro verrà fornita dall’ebanista Pier Mauro Reboulaz.Tele pittoriche:anche le tele presentano dei fenomeni di degrado dovuto al deposito di polveri che hanno formato una patina del tempo, molte cornici presentano dei dissesti strutturali o mancanze. Verrà allegato il lavoro della restauratrice Novella Cuaz, che ha prodotto schede su ogni singola tela, elencandone l’anno, lo stato di conservazione e relativa proposta d’intervento.Opere edili e di restauro architettonico: 1. Ripristino dell’intonaco in tutte le sue porzioni. 2. Restauro e consolidamento della volta. 3. Sistemazione e ripristino della pavimentazione. 4. Sistemazione della colonna di riscaldamento e sua integrazione con l’. 5. Rimozione della seconda porta di accesso da sostituire con una porta in vetro. 6. Sostituzione dei serramenti esterni.Opere di restauro pittorico, decorativo e ligneo: 7. Restauro del mobilio presente 8. Restauro delle tele pittoriche.